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Serie A, prove di ripartenza: «Sarà come un torneo nuovo»

Un nuovo campionato. Non è che si riaccende la spina e tutto torna come prima. La ripartenza, ancora appesa agli umori del maledetto virus, è in realtà una partenza vera e propria. Gli equilibri raggiunti possono essere stravolti. Se davvero si giocherà, la classifica potrebbe cambiare parecchio. Basta una falsa partenza, o al contrario lanciata, per modificare quella che avevamo lasciato il 9 marzo.

Se tutto andrà bene si tornerà a giocare a 84 giorni dall’ultima volta. Il piano è ripartire nel week end del 30-31 maggio, anche se la Lega spera di anticipare di una settimana ed è forte il partito dei contrari che può contare anche su Gianni Petrucci, presidente della Federbasket: «Di fronte ai morti, solo diecimila in Lombardia, non si può parlare di impatto economico» la risposta polemica al collega Gravina e alla Figc. La Lazio, la più in forma, ritroverà l’equilibrio magico che servirebbe a dare l’assalto al trono della Juve? E Conte con l’Inter riuscirà a partire forte come lo scorso agosto? Anche l’Atalanta ha molti rimpianti visto che aveva appena centrato i quarti della Champions. Dietro, nessuno deve sentirsi spacciato e nessuno troppo tranquillo.

Sarà un campionato nuovo e un calcio nuovissimo, senza il conforto dei tifosi dentro stadi a porte chiuse. Una specie di Grande Fratello in cui «la sicurezza viene prima di tutto»,racconta Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione medici italiani di calcio, il dottore della Nazionale campione del mondo nel 2006, uno dei più perplessi. «Non sarà facile. Stiamo aspettando le linee guida della commissione Figc di mercoledì, ma temo che alcune direttive non sarà facile metterle in pratica soprattutto in serie B e C. Sento molti medici preoccupati».

In attesa di capire se dal 4 maggio le squadre si potranno allenare per davvero e come, Castellacci detta la linea: «D’estate si può giocare, Mondiali e Europei lo dimostrano. Però, dopo tutto quello che è successo e una sosta così lunga, servono controlli accurati e 3 settimane di preparazione». Anche i preparatori sono in fibrillazione: «Non abbiamo riferimenti diretti, tutto è nuovo, ma non sono pessimista, credo che i giocatori recupereranno in un paio di settimane, la voglia e l’entusiasmo faranno la differenza» è il pensiero ottimistico di Vincenzo Pincolini, preparatore delle nazionali giovanili azzurre, un’autorità in materia. Più preoccupato Francesco Bertini del Brescia: «Passare dal divano all’attività fisica è molto rischioso. Temo l’impennarsi degli infortuni muscolari».

I calciatori, pronti a giocare tutta l’estate, temono il tour de force e il gran caldo: «Sarà dura dopo due mesi senza neppure una partitella — racconta il Papu Gomez, capitano dell’Atalanta —. Non siamo abituati ai 30 gradi». Anche se è chiaro che si giocherà in notturna.

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